Le cose da dire in principio sono assai povere, quindi le riassume in breve.
Lunedì 31 ottobre, vacanza e dove mi trovo alle undici del mattino? Ma a letto naturalmente, malgrado dovessi vedermi con Mark.
Il telefono squillò, e io risposi nel modo più frettoloso possibile:
- pronto? - dissi con una voce assai sexy e rude quanto il rumore di un'aspirapolvere ubriaco
- Oliver? Sei sveglio? - Era Mark.
- dipende cosa intendi per “sveglio”... mi hai svegliato, che ore sono? -
- sono le nove e mezza, riesci a prenderlo il treno? -
- cazzo... no. Ti fa niente se rimandiamo a più tardi? Ho sonno! Facciamo che prendo il treno dell'una e ci vediamo alle due davanti al Duomo? -
- si, tranquillo. Anche io mi sono appena svegliato, non credevo riuscissi a svegliarti presto. -
- okay. Scusa. A più tardi... - e misi giù.
- Oliver? Sei sveglio? - Era Mark.
- dipende cosa intendi per “sveglio”... mi hai svegliato, che ore sono? -
- sono le nove e mezza, riesci a prenderlo il treno? -
- cazzo... no. Ti fa niente se rimandiamo a più tardi? Ho sonno! Facciamo che prendo il treno dell'una e ci vediamo alle due davanti al Duomo? -
- si, tranquillo. Anche io mi sono appena svegliato, non credevo riuscissi a svegliarti presto. -
- okay. Scusa. A più tardi... - e misi giù.
Mark era un ragazzo che avevo appena conosciuto, avevamo parecchie cose in comune, davvero tante, così decidemmo di conoscerci dal vivo sperando di diventare buoni amici.
Mentre mi preparavo per uscire, non sapevo cosa pensare, lui era un parrucchiere truccatore e aveva giù criticato il mio make up, dicendo che non sapevo truccarmi. Dopotutto ero un musicista!
Preso il treno per un soffio. Arrivato davanti al Duomo, dovetti aspettarlo un po'. Mi fumai ben due sigarette prima del suo arrivo, finalmente dopo un po' mi chiama:
- allora sono arrivato, dove sei? -
- sono all'uscita sinistra sulla sinistra rispetto al Duomo -
- mhn...anche io. Perché non ti vedo? -
- perchè io non vedo te? Ma dove sei? -
- vai verso il duomo e vediamoci più o meno davanti all'entrata principale, okay, mi dirigo la.-
- ... ti vedo! -
e mise giù. Mi aspettavo di trovarmelo davanti ad un certo punto mentre mi salutava con 'ciao' mega entusiasmante, invece senti solo un pizzicotto al culo!
- allora sono arrivato, dove sei? -
- sono all'uscita sinistra sulla sinistra rispetto al Duomo -
- mhn...anche io. Perché non ti vedo? -
- perchè io non vedo te? Ma dove sei? -
- vai verso il duomo e vediamoci più o meno davanti all'entrata principale, okay, mi dirigo la.-
- ... ti vedo! -
e mise giù. Mi aspettavo di trovarmelo davanti ad un certo punto mentre mi salutava con 'ciao' mega entusiasmante, invece senti solo un pizzicotto al culo!
- ahia! - mi girai di colpo
- ciao! Eccomi qui – partirono i classici tre bacietti.
- bene – dissi – e adesso cosa facciamo? -
- ah non lo so... -
- ho un'idea. Io ho fame! -
- si, anche io! Andiamo di là! -
dopo aver percorso varie vie per il centro alla ricerca di un posto decente dove mangiare, parlando del più e del meno, prendendoci in giro a vicenda e prendendo in giro le persone che vedevamo, optammo per un banale fast food in Cadorna. Arrivati la:
- okay... com'è che non avevo idea che in Italia esistesse il Burger King?! - domandai stupito.
- e che ne so, se sei scemo tu che vivi nel tuo mondo io cosa ne posso sapere! -
- vabbè, almeno mangiamo. -
- si, ma non dire mai a nessuno che siamo venuti a mangiare qui, se no le mie amiche sai che strazio mi fanno? Le prendo sempre in giro perchè mangiano queste cose e io le chiamo 'grassa' ahah -
- puff! Basta cazzate. Ho fame! - andammo alla cassa e ordinai – salve! Non sono mai venuto da Burger King prima d'ora quindi non ho la minima idea di come si chiamino le cose qui, cosa devo ordinare per avere un doppio chis burgher, patatine grandi e coca cola grande? -
- ma che grassone! - commentò Mark, ma feci finta di nulla.
- allora, devi ordinare il menù grande, fanno sei Euro. -
a seguitò ordino qualcosa anche Mark, mentre aspettavamo il cibo, ricevette una telefonata riguardante una possibile uscita quella sera in discoteca, dove forse sarei potuto essere incluso anche io.
- ciao! Eccomi qui – partirono i classici tre bacietti.
- bene – dissi – e adesso cosa facciamo? -
- ah non lo so... -
- ho un'idea. Io ho fame! -
- si, anche io! Andiamo di là! -
dopo aver percorso varie vie per il centro alla ricerca di un posto decente dove mangiare, parlando del più e del meno, prendendoci in giro a vicenda e prendendo in giro le persone che vedevamo, optammo per un banale fast food in Cadorna. Arrivati la:
- okay... com'è che non avevo idea che in Italia esistesse il Burger King?! - domandai stupito.
- e che ne so, se sei scemo tu che vivi nel tuo mondo io cosa ne posso sapere! -
- vabbè, almeno mangiamo. -
- si, ma non dire mai a nessuno che siamo venuti a mangiare qui, se no le mie amiche sai che strazio mi fanno? Le prendo sempre in giro perchè mangiano queste cose e io le chiamo 'grassa' ahah -
- puff! Basta cazzate. Ho fame! - andammo alla cassa e ordinai – salve! Non sono mai venuto da Burger King prima d'ora quindi non ho la minima idea di come si chiamino le cose qui, cosa devo ordinare per avere un doppio chis burgher, patatine grandi e coca cola grande? -
- ma che grassone! - commentò Mark, ma feci finta di nulla.
- allora, devi ordinare il menù grande, fanno sei Euro. -
a seguitò ordino qualcosa anche Mark, mentre aspettavamo il cibo, ricevette una telefonata riguardante una possibile uscita quella sera in discoteca, dove forse sarei potuto essere incluso anche io.
Una volta seduti al tavolo...
- mio dio! Ma qua con 'menu grande' intendevano proprio MENU GRANDE! - esclamai senza troppa schalance.
- eh si, te lo avevo detto che sei un grassone. -
- ...smettila tu. All'altro fast food il 'menu grande' non è cosi esagerato. Non credo di riuscire di mangiare tutto...vabbè. -
parlammo delle solite cazzate, sopratutto di musica e delle varie pop star che caratterizzano il mondo gay, ridendo un po' su quello e quell'altro. Poco dopo ricevette un'altra telefonata di cui nemmeno mi accorsi, perchè arrivò proprio mentre stavo andando a buttare via quello che era rimasto del mio pranzo, ossia più di meta di quello che avevo ordinato.
- mio dio! Ma qua con 'menu grande' intendevano proprio MENU GRANDE! - esclamai senza troppa schalance.
- eh si, te lo avevo detto che sei un grassone. -
- ...smettila tu. All'altro fast food il 'menu grande' non è cosi esagerato. Non credo di riuscire di mangiare tutto...vabbè. -
parlammo delle solite cazzate, sopratutto di musica e delle varie pop star che caratterizzano il mondo gay, ridendo un po' su quello e quell'altro. Poco dopo ricevette un'altra telefonata di cui nemmeno mi accorsi, perchè arrivò proprio mentre stavo andando a buttare via quello che era rimasto del mio pranzo, ossia più di meta di quello che avevo ordinato.
- senti, io ho tantissima voglia e necessità fisica di andare a fare shopping nei negozi del centro, vogliamo andare? - propose Mark.
- mhn...si okay, tanto a me quei negozi non piacciono nemmeno un po', l'unico motivo per cui vado da H&M sono i commessi fighi altrimenti ogni volta che ci andrei mi sparerei in un occhio per tutte le cose orribili che vedo. -
- ma non dire così! Guarda che H&M e Zara sono molto aggiornati se conoscessi le nuove collezioni di quest'anno. -
- sai una cosa? Chissene frega! -
- mhn...si okay, tanto a me quei negozi non piacciono nemmeno un po', l'unico motivo per cui vado da H&M sono i commessi fighi altrimenti ogni volta che ci andrei mi sparerei in un occhio per tutte le cose orribili che vedo. -
- ma non dire così! Guarda che H&M e Zara sono molto aggiornati se conoscessi le nuove collezioni di quest'anno. -
- sai una cosa? Chissene frega! -
arrivati nel negozio la discussione continuò.
- che noia! Ma che roba è questa qua! - commentai urlando.
- suvvia, smettila. Non è vero sono tutte cose bellissime. -
- si, bellissime quanto il culo di un babbuino con la diarrea. -
- dai. Te l'ho detto, guarda che sono cose molte alla moda. Vedi, io vedo le cose con l'occhio di chi conosce la moda, tu con l'occhio da alternativo. -
si, Mark era anche un esperto di moda, non credo bene di aver compreso esattamente il perchè lo fosse, credo perchè avesse frequentato qualche scuola di moda, appunto, comunque sia, la discussione continuò:
- no, non è affatto vero. Io ho un certo tipo di gusto che tu definisci “alternativo” ma con questo non vuol dire che io ne sia completamente soggetto, voglio dire, mi piacciono determinate cose che al momento non sono all'ultima moda, ma questo non significa che non mi possano piacere cose che non sono inerenti al mio stile e queste cose qui – iniziai ad indicare i prodotti del negozio con un certo modo proprio ghetto per certi versi – sono davvero pessime, orribili, senza senso e insulse, secondo me. Ma non solo perchè non rispecchiano il mio stile, proprio perchè in generale non mi piacciono, nemmeno ad una mia amica consiglierei mai di comprare e vestirsi con certa roba qui dentro, anche se fossero di suo gradimento o più o meno nel suo stile. -
- bah, secondo me invece è perchè semplicemente non rispecchiano il tuo stile. Punto. -
- sai una cosa? Chissene frega, forse è così. Questo – indicando un vestito davvero orrido – non è rock n roll. - finendo con un gesto proprio ghetto.
- io lo trovo favoloso e stupendo -
- salvatemi! -
proseguimmo il resto della giornata a chiacchierare tranquillamente, almeno così credevo, infatti, mi comportai un po' infantile, ma non per farlo apposta, è stato strano. Volevo fare l'idiota, così spesso uscivano cose del tipo
Mark: dove andiamo ora?
- la merda.
- è? -
- la merda! La merda!!!! -
- che noia! Ma che roba è questa qua! - commentai urlando.
- suvvia, smettila. Non è vero sono tutte cose bellissime. -
- si, bellissime quanto il culo di un babbuino con la diarrea. -
- dai. Te l'ho detto, guarda che sono cose molte alla moda. Vedi, io vedo le cose con l'occhio di chi conosce la moda, tu con l'occhio da alternativo. -
si, Mark era anche un esperto di moda, non credo bene di aver compreso esattamente il perchè lo fosse, credo perchè avesse frequentato qualche scuola di moda, appunto, comunque sia, la discussione continuò:
- no, non è affatto vero. Io ho un certo tipo di gusto che tu definisci “alternativo” ma con questo non vuol dire che io ne sia completamente soggetto, voglio dire, mi piacciono determinate cose che al momento non sono all'ultima moda, ma questo non significa che non mi possano piacere cose che non sono inerenti al mio stile e queste cose qui – iniziai ad indicare i prodotti del negozio con un certo modo proprio ghetto per certi versi – sono davvero pessime, orribili, senza senso e insulse, secondo me. Ma non solo perchè non rispecchiano il mio stile, proprio perchè in generale non mi piacciono, nemmeno ad una mia amica consiglierei mai di comprare e vestirsi con certa roba qui dentro, anche se fossero di suo gradimento o più o meno nel suo stile. -
- bah, secondo me invece è perchè semplicemente non rispecchiano il tuo stile. Punto. -
- sai una cosa? Chissene frega, forse è così. Questo – indicando un vestito davvero orrido – non è rock n roll. - finendo con un gesto proprio ghetto.
- io lo trovo favoloso e stupendo -
- salvatemi! -
proseguimmo il resto della giornata a chiacchierare tranquillamente, almeno così credevo, infatti, mi comportai un po' infantile, ma non per farlo apposta, è stato strano. Volevo fare l'idiota, così spesso uscivano cose del tipo
Mark: dove andiamo ora?
- la merda.
- è? -
- la merda! La merda!!!! -
oppure in un negozio, mi stavo così annoiando che ho iniziato a fare a voce alta i versi di una campana per imitare il culo di Mark poiché sculettava tantissimo.
Il vero motivo per cui mi comportavo così è che ero così felice di aver finalmente trovato un amico con cui ero sulla stessa linea d'onda che avevo dimenticato come ci si comporta con le persone nuove, così mi sono lasciato trasportare. In fondo avevo un buon proposito.
Tutto sembrava abbastanza normale quando ad un certo punto entrammo da Beshka. Beshka, si sa, è un negozio che si sente in continua rivalità con le discoteche della città, infatti mettono musica talmente assordante e house, che non si può fare a meno di chiedersi entrando “perchè ci sono così tanti vestiti sulla pista?”. Non ho nemmeno il tempo di finire di farmi questa domanda quando vedo dei cuscini/divanetti su cui dei ragazzi con le loro ragazze e una coppia di amici ( o magari pseudo amanti gay finti etero ) stanno sdraiati tranquilli – già che c'erano potevano mettere anche un bar che faceva i cocktail, hanno fatto trenta tanto vale fare trentuno. - dico a Mark, che però sembra non sentirmi.
Diamo un'occhiata in giro al piano terra, nulla attira la mia attenzione, anzi nel reparto scarpe ne approfitto e mi siedo su un divanetto per provare le scarpe. Max imperterrito si mette a fissare tutte le scarpe che ci sono, anche se nessuna era degna di essere comprata. Mi guardava in un modo abbastanza strano con un'espressione che in un secondo momento avrei catalogato come “dolce”.
Diamo un'occhiata in giro al piano terra, nulla attira la mia attenzione, anzi nel reparto scarpe ne approfitto e mi siedo su un divanetto per provare le scarpe. Max imperterrito si mette a fissare tutte le scarpe che ci sono, anche se nessuna era degna di essere comprata. Mi guardava in un modo abbastanza strano con un'espressione che in un secondo momento avrei catalogato come “dolce”.
Prendiamo le scale mobili per andare al secondo piano. Mi guardo attorno tanto per fare, quando mi giro verso di Mark, che sta un gradino o due davanti a me. Lo guardo, lui mi guarda. Mi sorride e mi bacia. - scusa che stai facendo? - gli chiedo freddamente. Non mi risponde nemmeno, si rimette in posizione eretta, cancella l'espressione sorridente dalla faccia, prende e va a guardare i vestiti del secondo piano.
Il resto del pomeriggio passa con avvenimenti di nessun interesse particolare. Se non a sera quando mi porta a conoscere dei suoi amici, i quali con lui fanno 'brighella' e chiaramente per forza di cosa io vengo tagliato fuori e non considerato. Una sua amica di questi due doveva laurearsi, ma non sapeva che vestito comprare. Così i suoi due amici gay l'hanno accompagnata a Zara prima e alla Rinascente dopo. In tutto questo ero presente anche io, non mi sono annoiato così tanto da anni.
Alla fine di queste ore io e Mark rimaniamo soli, ma giusto un poco. Infatti gli dovetti far notare che dovevo tornare a casa e che il mio treno sarebbe partito da li a poco.
Ci salutiamo a primo impatto abbastanza normale, come dei nuovi amici. In un secondo momento avrei capito che era rimasto deluso.
Il giorno seguente su facebook scrissi a Mark: - ciao. Come stai? -
- bene, tu? Sono sorpreso che mi hai scritto. Ero convinto che non mi avresti più rivolto la parola.
- perchè, scusa?
- Beh, non è stata esattamente un'uscita perfetta. Anzi.
- Oh, ne ho avute di peggiori!
In realtà non credevo fosse andata tanto male, la conversazione iniziò a prendere una brutta piega poco più tardi quando Mark mi disse – Devo ammettere che se su chat non si sente la differenza di età che abbiamo, dal vivo me li sono sentiti cadere tutti addosso. Però dopotutto sei simpatico.
Come si poteva permettere di dire una cosa così? Naturalmente ne segui una lunga discussione che non ho voglia di raccontare, poiché abbastanza pesante e noiosa. Il punto è che abbiamo discusso prima sul mio comportamento adottato, dopodiché anche sul suo.
- continuavi a dire “cacca” se vedi che non rido le prime volte, non credo riderò anche le 300 volte seguenti.
- potevi anche dirmelo, eh! - ribattevo – se una persona di fuma in faccia e ti da fastidio, non ti lamenti quando ha finito di fumare la sigaretta, ti lamenti mentre la sta fumando. Scusa.
Il discorso era pieno di cose del genere, mi attaccava dicendo che il mio comportamento era, a parer suo, piuttosto infantile e citava anche il fatto che spesso abbiamo avuto momenti di silenzio imbarazzante e da qui si giunse alla discussione della cosa più ambigua accaduta durante quell'uscita: il bacio sulla scala mobile.
- perchè, scusa?
- Beh, non è stata esattamente un'uscita perfetta. Anzi.
- Oh, ne ho avute di peggiori!
In realtà non credevo fosse andata tanto male, la conversazione iniziò a prendere una brutta piega poco più tardi quando Mark mi disse – Devo ammettere che se su chat non si sente la differenza di età che abbiamo, dal vivo me li sono sentiti cadere tutti addosso. Però dopotutto sei simpatico.
Come si poteva permettere di dire una cosa così? Naturalmente ne segui una lunga discussione che non ho voglia di raccontare, poiché abbastanza pesante e noiosa. Il punto è che abbiamo discusso prima sul mio comportamento adottato, dopodiché anche sul suo.
- continuavi a dire “cacca” se vedi che non rido le prime volte, non credo riderò anche le 300 volte seguenti.
- potevi anche dirmelo, eh! - ribattevo – se una persona di fuma in faccia e ti da fastidio, non ti lamenti quando ha finito di fumare la sigaretta, ti lamenti mentre la sta fumando. Scusa.
Il discorso era pieno di cose del genere, mi attaccava dicendo che il mio comportamento era, a parer suo, piuttosto infantile e citava anche il fatto che spesso abbiamo avuto momenti di silenzio imbarazzante e da qui si giunse alla discussione della cosa più ambigua accaduta durante quell'uscita: il bacio sulla scala mobile.
- volevo allentare la tensione – diceva lui – vedevo che eri un po' a disagio e annoiato e ho pensato che darti un bacio ti avrebbe rasserenato.
Da quando in qua si da baci sulla bocca agli amici per rassicurarli?
Infine, arrivammo alla conclusione che forse era colpa un po' di tutte e due, quindi decidemmo di parlarci in un secondo momento.
Da quando in qua si da baci sulla bocca agli amici per rassicurarli?
Infine, arrivammo alla conclusione che forse era colpa un po' di tutte e due, quindi decidemmo di parlarci in un secondo momento.
Quel momento arrivò il giorno successivo. Io gli dissi i motivi del mio comportamento alquanto esagerato e delle insicurezze che avevo e dalla felicità che provavo nel aver trovato n'amico. Lui si scusò del suo comportamento da stronzo acido. Segui un momento molto carino in cui entrambi ci siamo raccontati all'altro e abbiamo scoperto quanto ancora abbiamo in comune. Quindi ci promettemmo poi di riuscire una seconda volta, facendo finta che fosse la prima.
Fin qui andava tutto bene, così bene che forse non valeva la pena neppure scriverlo come argomento principe. Quello che mi ha fatto cambiare idea, arrivò pochi giorni più tardi.
All'inizio io credevo che iniziassimo ad avere certi atteggiamenti perchè volevamo essere amici, gli amici possono essere anche abbastanza intimi. Così succedeva che gli dicessi che lo pensavo, così come lui pensava a me. Tuttavia le cose degenerarono.
- Oliver, tu mi piaci. - non ci credevo, non volevo crederci, non ci credo nemmeno adesso che sto scrivendo.
- Mark, io sono fidanzato.
- si, lo so. Ma tu mi piaci davvero tanto. Ti ho pensato spesso in questi giorni e non posso fare a meno di desiderarti. Ti desidero con tutto me stesso, vorrei poterti toccare, baciare, spogliare. Farti sentire mio e possederti con tutto...
- OKAY! TIME OUT! TIMEEEE OUT! Mark... capisci che...io sono fidanzato, cosa dovrei fare? Io vorrei esserti amico però.
- si...lo capisco questo. Beh, si. Immagino possiamo essere amici.
- si, lo so. Ma tu mi piaci davvero tanto. Ti ho pensato spesso in questi giorni e non posso fare a meno di desiderarti. Ti desidero con tutto me stesso, vorrei poterti toccare, baciare, spogliare. Farti sentire mio e possederti con tutto...
- OKAY! TIME OUT! TIMEEEE OUT! Mark... capisci che...io sono fidanzato, cosa dovrei fare? Io vorrei esserti amico però.
- si...lo capisco questo. Beh, si. Immagino possiamo essere amici.
Ovviamente io sto facendo una specie di “raccolta in breve” dei discorsi di quei giorni strani e confusi fra amicizia e attrazioni, in realtà ci furono vicende molto più lunghe e complicate in cui non potevo far altro che pensare <<ma perchè non riesco ad avere n'amico maschio senza che questo non mi voglia portare a letto o si prenda una cotta per me? Perché è così difficile? >>
Notavo però che Mark a volte sembrava alquanto titubante nell'essere amici, ci furono giorni in cui accettava la cosa, altri un po' meno. Fino a che mi disse la cruda realtà:
- Mark – gli dissi – mi sembri distante in questi giorni, è forse successo qualcosa?
- ...in questi giorni sto un po' pensando.
- a che cosa? Se posso sapere...
- ad un paio di cose. C'eri anche tu nei miei pensieri.
- c'ero? Io?
- si, tu c'eri.
- a che proposito?
- ...non penso di riuscire ad esserti solo amico, sai?
- cosa? Ma perchè?! - ero troppo intenzionato a tenermelo amico! Volevo n'amico una volta tanto!
- è che tu mi piaci.
- massu, andiamo! - sinceramente pensavo che per quanto potessi piacergli non potevo piacergli così tanto seriamente, ero convinto fosse una cosa passeggiare. Tutt'ora non ne sono sicuro di questa mia teoria, è più una speranza.
- Mark – gli dissi – mi sembri distante in questi giorni, è forse successo qualcosa?
- ...in questi giorni sto un po' pensando.
- a che cosa? Se posso sapere...
- ad un paio di cose. C'eri anche tu nei miei pensieri.
- c'ero? Io?
- si, tu c'eri.
- a che proposito?
- ...non penso di riuscire ad esserti solo amico, sai?
- cosa? Ma perchè?! - ero troppo intenzionato a tenermelo amico! Volevo n'amico una volta tanto!
- è che tu mi piaci.
- massu, andiamo! - sinceramente pensavo che per quanto potessi piacergli non potevo piacergli così tanto seriamente, ero convinto fosse una cosa passeggiare. Tutt'ora non ne sono sicuro di questa mia teoria, è più una speranza.
- non dire così.
- mhn...che situazione però!
- perchè scusa?
- perchè? Prima vogliamo conoscerci e diventare amici, poi usciamo. Quindi litighiamo, facciamo pace e ora salta fuori che io forse ti piaccio! Che situazione!
- veramente tu mi sei sempre piaciuto fin dal principio.
- mhn...che situazione però!
- perchè scusa?
- perchè? Prima vogliamo conoscerci e diventare amici, poi usciamo. Quindi litighiamo, facciamo pace e ora salta fuori che io forse ti piaccio! Che situazione!
- veramente tu mi sei sempre piaciuto fin dal principio.
- scusami?! - sinceramente iniziavo ad essere stufo di questi continui “colpi di scena” che mi riservava Mark.