venerdì 26 novembre 2010

TEMA PER SCUOLA: Perché ho deciso di dedicare degli anni alla musica? Che esperienza faccio quando suono? Che cosa desidero e che cosa mi aspetto?

Fin da quando ero un bambino ero affascinato dall'arte. In particolar modo, apprezzavo già da bambino le cose bizzarre e fuori dal comune. Uno dei miei primi sogni era infatti di fare l'egittologo.
Amo la cultura egizia tanto che mi sono convertito alla religione Kemetica, che riprende gli antichi culti della religione egizia, qualche anno fa.
Ad ogni modo, ero alla continua ricerca, senza che nemmeno me ne rendessi conto, della mia arte. Non avevo la concezione ancora ben chiara delle diverse suddivisione delle attività umane, ma era chiaro che io ero un piccolo artista. Non facevo altro. Disegnavo, creavo vasi e statue con la creta, dipingevo e chi più ne ha più ne metta.
C'è da chiedersi, da tutto questo come sono arrivato alla musica. La risposta? Non è chiara bene nemmeno a me.
All'inizio credo che lo iniziassi a desiderare quanto più per un riscatto, avendo avuto un passato non poco turbolento. Ma col passare del tempo è diventato qualcosa di più, molto di più. Non so se ci sia un vero perché, se c'è non lo so in questo caso. In principio studiavo solo canto, solo in seguito si sono aggiunti la passione per il pianoforte e il violino e della vera musica in sé.
Ho iniziato a studiare pianoforte all'età di quindici anni e ora lo suono da poco più di un anno. Tuttavia, la mia voglia, il mio bisogno di esprimermi non si sono fatti intimorire dalla mia scarsa conoscenza nella musica, così mi hanno fatto comporre la mia prima ballata per pianoforte dopo appena 6 mesi di studio.
La musica per me è un modo per esprimere le mie idee e quello che ho dentro, le mie emozioni, i miei pensieri, le mie paure, le mie esperienze. Così, come anche la scrittura, da qualche tempo tengo una rubrica su un blog dove parlo della mia vita di tutti i giorni traendone opportune riflessioni.
La musica e la scrittura per me sono i miei modi principali per esprimermi senza un contatto diretto, ossia che non includa un espressione del corpo come vestiti, trucco o capelli. Entrambi sono due modi differenti di esprimersi e sono anche abbinabili e insieme formano delle meraviglie. La musica per me quindi diventa, grazie alla forza della scrittura, un vero tunnel di comunicazione fra me e le altre persone e mi permette di arrivare al cuore e alla mente degli altri senza un contatto diretto. E questo è semplicemente favoloso.
L'arte è la migliore amica che mi potesse mai capitare. È abbastanza difficile da spiegare cosa provo quando suono o compongo. Una cosa è certa: è favoloso!
Non per fare il volgare, ma detto sinceramente, nei giorni in cui sono impegnato tanto nello studio della musica o alla composizione o studio di qualche brano musicale, possono passare giorni davanti al piano senza che mi venga nemmeno la minima voglia di avere un rapporto sessuale. Per me suonare è come fare sesso.
Per iniziare il liceo musicale ho dovuto ricominciare dalla classe prima, quando sarei dovuto passare alla terza. Mi fa rabbia che in pochi mi abbiano lodato per il mio coraggio, dato che in pochi sarebbero stati capaci, ma io l'ho fatto. Il motivo? Mi sono chiesto “se non studio musica, allora che altro potrei studiare?”. Voglio assolutamente allenarmi e diventare sempre più bravo col pianoforte e il violino per poi lasciare l'Italia e andare alla ricerca di pascoli più verdi e ricchi, ove le stelle luccicano fra tredici strisce rosse e bianche in un cielo blu notte.
Per esperienza so che dalla vita è inutile aspettarsi qualcosa, bisogna solo lottare e volere qualcosa per ottenerla veramente. Non so dire molto sul mio futuro, lo vedo alquanto ignoto, e preferisco così. Dopo questi cinque anni che passerò al liceo musicale, partirò alla svolta di nuove avventure ed esperienze e chi si è visto, si è visto.
Mi aspetto solo che nel mio futuro continuino ad esserci sempre più scarpe favolose.

martedì 9 novembre 2010

Sviste Sessuali-Amorose

Una delle mie mille cose di cui non ero riuscito a capire nulla, era un mio pensiero frequento che mi saltava in testa ogni volta che finivo di fare del sesso o una delle mie “improvvisazioni”. A volte, sentivo una sensazione strana dopo essere venuto. All'inizio ero certo fosse il senso di colpa, provocato dalla società che giudicava I rapporto omosessuali sbagliati. Ma dopo tanti anni, ormai se qualcuno mi diceva che sbagliavo, gli rispondevo scherzosamente: “vaffanculo, e viva il cazzo!”
mi chiedevo se questa risposta automatica, e questa frase automatica, che mi balzavano in testa in quel momento, non fossero ancora una traccia di quel senso di colpa. E qui la domanda, perché quando si parla di omofobia nessuno parla mai di questo fatto, perché sapete è odioso. Ecco, come rovinare un orgasmo!
L'orgasmo è una di quelle piacevoli cose, così piacevoli da fare paura. Tanto che ci sono varie leggende attorno. Tom, il ragazzo con cui mi sentivo in quel periodo, me ne aveva ricordato una giusta un giovedì mattina:
- sai non si dovrebbero indossare pantaloni attillati come I miei o I tuoi -
- e perché no? - gli chiesi stupito.
- perché diminuiscono la quantità di sperma! - di cose strane e stupide ne avevo sentite, ma questa! Come se fosse un problema fra l'altro.
- ma chi lo vuole un figlio? Siamo anche gay, un vantaggio sarebbe appunto quello! E comunque, a me risulta tutt'altro. -
- oh, ma guarda che non è per quello! -
- e per cosa allora? -
- perché se tu non hai tanto sperma, io come posso leccartelo via? - di conversazioni perverse ne avevo avute, ma questa!
Tom era un ragazzo che avevo conosciuto qualche giorno prima sull'autubus. Non sembrava avere passioni in particolare, né attitudini, se non quella di prenderlo bene e quella di avere una ottima memoria visiva, così diceva lui. Ci stavamo sentendo da nemmeno quattro giorni, e già parlavamo di scopate a destra e a manca. Molti miei amici mi chiedevano cosa volessi fare con lui.
- ma vuoi averci una storia seria o una botta e via? - mi chiese Antonella, la mattina dopo in centro, mentre aspettavamo le otto per entrare in ritardo di cinque minuti a scuola e godere della compagnia reciproca.
- ma non lo so, dopotutto lo conosco solo da pochi giorni, cosa ne so di cosa proverò con lui e cosa vorrò da lui? -
- in effetti, hai ragione... -
- col mio ex, Ste. Non l'ho mai fatto, perché volevamo aspettare. Infatti dopo nemmeno un mese ci siamo lasciati perché non funzionava, e poi bo. Ho bisogno di divertirmi, chi ha detto che un hobby da fare col proprio ragazzo non sia strombazzare in giro? Abbiamo sedici anni, se non lo facciamo ora questo tipo di follie, quando? Insomma, siamo veramente sicuri di volere un qualcosa di serio per forza? Non è prematuro? E sopratutto, non potremmo pentirci? Voglio dire, abbiamo un intera vita davanti, perché dover fare subito gli adulti e i seri? Godiamoci la nostra età e la follia che viaggia con essa! -
quel mio discorso fece tacere Antonella e i presenti suoi amici per il resto della mattinata, facendo nascere un punto interrogativo in ognuno di loro. Il mio discorso era giusto o erano le parole vogliose dette da un ragazzino di sedici anni con l'astinenza da sesso di due mesi e due settimane?
Se il mio discorso fosse giusto, dimostrerebbe non solo, che la serietà è sopravalutata e la superficialità sottovalutata. Ma che il mio discorso era più serio e sensato di molti altri fatti dai miei stessi coetanei, quindi la mia filosofia era dunque più matura?
E se lo fosse, sarebbe più maturo seguirla? Credo che dipenda dallo sviluppo personale di ognuno di noi. Ma allora, che strada dovremmo seguire?
Dopotutto io non ho avuto chissà quali storie, ho avuto più che altro Partner Sessuali, tranne l'ultimo.
A proposito di partner sessuali, a quanto pare tom e io non eravamo gli unici a soffrire per la mancanza di sesso e di qualcuno.
Stevola, un ragazzo assai figo, assai ambiguo e assai complicato, con cui mi sentivo ogni tanto, era anche lui in parecchia astinenza. Dopo una storia di quasi due anni, era ritornato single, mi era sempre piaciuto, almeno credo, e ora ci volevo provare.
Un giorno, stavamo facendo una delle nostre chiacchierare di flirt batti becco, quando...
“e se uscissimo insieme?” chiesi io.
“come scusa?” chiese lui.
“sai, intendo io e te, perché non usciamo insieme?”
“perché dovremmo?”
“ma, così.” speravo accettasse, a qualsiasi costo!
“ma...per me va bene, però...che facciamo?”
“quello che vuoi tu!”
“ti va se scopiamo?”
si, proprio a ogni costo. “...certo! Mi va benissimo”
avrei preferito di no, ma comunque era un fico, dispiacere non mi avrebbe fatto.
“okay. Allora ti faccio sapere, comunque penso che questo Venerdì potremmo vederci”
“ah ah. Okay d'accordo!”
poco più tardi spensi il PC, mi acesi una sigaretta ( fumavo da poco ), e iniziai a pensare.
Ero passato da “non scopo per niente” a “due volte con due persone diverse in una settimana”. Ne rimasi alquanto basito da me stesso....
“Ti rendi conto?!” dicevo il giorno seguente in classe prima delle lezione a Fede, la mia compagna di banco.
“mhn...non proprio!”
“è incredibile, la prima cosa che mi sono chiesto è stata 'riuscirò a farlo?' sono tornato così indietro? Insomma, anche fossero uno dopo l'altro, riuscirei. Ma è da così tanto tempo che non faccio sesso impegnato che nemmeno mi ricordo più come si fa.”
“ma scusa la tua ultima volta con chi l'hai fatto?”
“un mio amico in vacanza, nemmeno col mio ex, con lui non l'ho mai fatto. Praticamente sai com'è: estate, calore, ormoni, calore, dormire nella stessa stanza. È capitato.”
“ah...”
“10 volte circa”
“Ah! ...Ah ah”
“massi ma di che mi preoccupo”.
In realtà, quello di cui veramente mi preoccupavo era se era veramente quello che volevo.
Volevo veramente fare sesso? O era solo un istinto? Volevo un fidanzato? Una relazione con tante rose, o il semplice e buon vecchio sesso? Non lo sapevo, certo è che con Steven non mi sarebbe dispiaciuto e Tom mi attizzava parecchio. Comunque sia, non capivo. Come si fanno a distinguere gli ormoni dai sentimenti?
Sabato. Prima della settimana dalle due volte, uscii con Tom, almeno per conoscerlo un pochino. Lui era... “che cazzo hai da guardare?” ...un vero esibizionista.
Era continuamente arrabiato e rispondeva e commentava male chiunque ci “guardasse” anche per caso. Uno addirittura si stava quasi fermando a picchiarlo, poi lo guardò meglio. Fece spallucce e se ne andò.
Tutto questo mentre io e le mie Lucky Stike ci chiedevamo se avesse qualche problema.
Uno dei peggiori appuntamenti di sempre. Così, alla fine. Lo portai in un parco, e dopo che molti se ne furono andati, limonammo un poco. Solo perché così, poteva starsene zitto!
Era assai volgare. Così decisi che era meglio solo fare sesso con lui. Davvero, carino e tutto, ma troppo...idiota e sopratutto...nullo.
Martedì mi feci portare dai miei nel suo paesino in provincia di Bergamo, era lontanissimo e sperduto. Arrivato mi saluto con grande calore. Andammo subito a casa sua.
A casa sua c'era sua madre. Parlammo un po', scherzammo, guardammo un po' TV.
Poi sua madre se ne andò. Andammo in camera da letto.
Mi butto sul letto e io ridendo dissi “lo avevo immaginato chissà quante volte sta mossa, non è vero?” “si, bravo!”
ci spogliammo. Iniziammo coi primi preliminari e poi...
“Hei!” sua nonna arrivò in casa. Lui non aveva detto a sua nonna, che abitava al piano di sotto, che io ero in casa. Se no, così mi disse, avrebbe solo fatto storie.
La cosa mi turbò molto, detesto essere interrotto in certi momenti.
Quando finalmente se ne andrò, incominciammo. Senza mai farlo completamente però...io...ce lo avevo troppo grande. Chi ha orecchie per intendere, intenda.
Però fu favoloso, durò il tutto tre ore circa, con pausa cena. Dopo di che, dovetti salutarlo per tornarmene a casa. Il giorno dopo a scuola, dormì da quanto ero sfinito e stanco.
E non vedevo l'ora di farlo con Steven!
Tom voleva rifarlo comunque, voleva che uscissimo ancora anche. Io ero d'accordo. D'accordo solo per il sesso però.
“ma che hai oggi?” mi chiese un mio compagno di classe.
“ma niente. Sono stanchissimo.”
“devi dormire di più” questo mio compagno aveva la fama di parlare troppo e a sproposito molto spesso. Così lo fissai dritto negli occhi dal basso, dato che ero seduto e lui in piedi davanti a me, e con uno sguardo penetrante gli dissi “è che ieri ho scopato per tre ore di fila, permetti che sia un po' stanco oggi?”
“ah, wow. Ma chi è la troia che si fa scopare per tre ore di fila?” era evidente che doveva essere vergine se un uomo fa una domanda del genere. Non sapevo bene che rispondergli, comunque non lo delusi “una grande puttana. Questo è certo”.
Giovedì, Steven mi scrisse: “hey tesoro, senti non possiamo vederci domani. Sono impegnato col lavoro. Ti farò sapere per un'altra volta”
“si okay. Non c'è problema tranquillo. Siamo sempre in tempo”
tutt'ora quella volta non è arrivata, scoprii poi che aveva qualche depressione personale. E così niente.
Qualche giorno dopo in un bar alle otto del mattino mentre si saltava scuola per mancata voglia. C'ero io, Antonella e una sua amica che parlavamo di...Tom!
“ma allora con Tom?”
“allora che cosa?”
“beh come va?”
“abbiamo scopato e forse scoperemo ancora. ma...sai com'è. È carino, dolce e tutto, ottimo sulla carta” come temevo il suo ottimo sulla carta si rilevò pessimo “ma oltre a questo...non mi dice niente”
“non ti dice niente? Ma sicuro?”
“purtroppo si, perché?”
“beh...lui mi sembra molto preso da te. Non fa che parlare di te. e...ma dov'è la cameriera? Beh...credo che se lo sapesse, potrebbe anche piangere”
“...ma se ci conosciamo appena”
“è fatto così”
feci una smorfia. “che dovrei fare? Non posso fingere un sentimento o un interesse maggiore che non ho”
“anche questo è vero. E devo dire che non hai tutti i torti. Però, poverino. Ma d'altro canto. ...”
segui un silenzio. Poi continuò “beh, basta che non lo illudi”
“questo non l'ho mai fatto, ecco perché non ho mai risposto ai suoi 'ti voglio bene' “
nei giorni successivi non considerai molto Tom, mi dimenticai anche che mi aveva invitato a casa sua. Mi chiamò “Dove sei?”
“A casa, perché?”
“non dovevi venire a casa mia?”
“ah.” mi ricordai solo in quel momento “già è vero.”
“beh vieni o no?”
suonò anche il citofono, era arrivato il mio Kebab.
“ehm...non lo so...non penso. Se mai facciamo un altro giorno. Senti puoi chiamare più tardi? Adesso sono impegnato” chiusi la telefonata.
Nei giorni successivi, mi scrisse un po', e un po' anche io. Poi gli scrissi solo io, non mi rispondeva più. Un giorno poi mi scrisse un messaggio in cui diceva che era dispiaciuto per quello che era accaduto ma che avrebbe preferito non sentirmi più o se mai tenermi come amico e bla bla bla. Di questo non ne ho fatto parola con nessuno, perché non ne ho nemmeno sentito il bisogno.
In quel momento, iniziai ad avere una presunzione: ero diventato uno di quei ragazzi stronzi che scopa e basta?
Anche se fosse stato così, non era comunque semplice. Né trovarsi un ragazzo per scopare, né per altro. Ma lo volevo il resto? Chi veramente sa cosa vuole. quando si tratta di amore e sesso, è tutto così confuso.