giovedì 23 settembre 2010

A Volte Ritornano

Sabato Mattina! Quel giorno mi svegliai abbastanza presto e passai tutta la mattina a farmi i capelli, a truccarmi e a scegliere i vestiti. Dovevo andare a Milano e vedermi con la mia amica Selen.  Mentre preparavo ogni cosa ero preso dall'ansia di cosa mettermi “con un caldo del genere cosa potrei mettere di veramente comodo?” optai per quello che mi rapresentasse meglio quel giorno “jeans strappati! Yeah!”.
Era ufficialmente estate ormai, il caldo era sempre piu caloroso e le strade sempre piu un forno e l'aria condizionata era ormai una benidizione. Dopo essermi fatto accompagnare in macchina da mia madre, che come suo solito aveva passato la mattina a urlarmi dietro per i miei ritardi, per il mio nulla facismo e per anche il semplice fatto che andavo a milano, corsi a fare il biglietto e corsi giu nel sottopassaggio. Timbrai disperatamente il biglietto col timore che il treno partisse. Sali le scale saltando come una gazzella che scappa dal leone. Allungai la gamba per salire sul treno, inciampando! Riusci pero per fortuna a non perdere l'equilibrio e andare a sedermi, sospirando “ah...”
Il resto del viaggio fu calmo e tranquillo, anche quando passo il tizio a chiedere la carità non successe nulla di che, sembrava essere una perfetta giornata d'estate a milano. Apparte che, arrivato la mia amica e la sua amica non c'erano, mi dissero che sarebbero arrivate un po piu tardi perchè si erano fermate a mangiare. Senza battibecco mi fermai ad aspettarle alla fermata numero 13. 13, che culo!
Mi stupii, quante cose potevano accadere stando fermi in un posto cosi sfigato. Prima mi telefono un caro amico, che tentava di avere una storia con me, il suo problem? Viveva a Roma.
“Pronto?”
“hey ciao Oliver!”
“Matt! Come stai?”
“bene e tu?”
“oh bene bene, tranne che sono qui ad aspettare in centrale a milano la mia amica e fa un caldo!”
“gia è vero. Ma dov'è lei?”
“oh, non ti preoccupare sta arrivando. Solo che non ha soldi e non so come dirle dove sono di preciso”
“se vuoi glielo dico io per sms...” mi sarei sentito in colpa a chiederglielo, ma daltra parte si stava offrendo e a me serviva davvero, quindi. Che c'è di male a sfruttare la gente se sono questi ad offrirsi a te?
“beh, grazie! Allora il suo numero è.... dille che deve raggiungermi al binario 13, ok?”
“va bene, ci sentiamo bello. Ciao!”
“ciao!”
chiusi il telefono guardandomi annoiato intorno sperando che la mia amica spuntasse da un momento all'altro, ma sapevo non lo avrebbe fatto.
Spunto qualcun'altro...mi passo davanti Serenity. Serenity era una ragazza che frequentavo molti mesi prima e che prima volevo come amica, col tempo cambiai amicizie e cambiai anche il mio parare su di lei. Vestiva in modo abbastanza bizzarro e antiquato, sembrava quasi una stracciona, e non in senso buono! I suoi capelli erano color morte un castano cosi morto che non sapevo a quale altro essere potesse assomigliare in natura, e aveva i capelli cosi bruciati che i miei sembravano quelli di un bambino! Mi passo davanti con le sue scarpe da ginnastica colorate indecorose totalmente sorridendomi e dicendomi “hey ciao! I miei occhiali!” “ah si i tuoi occhiali!” risposi sorridendo al suo sorriso. Avevo da qualche mese i suoi occhiali a casa mia, erano degli occhiali da vista da nerd. Lei non portava occhiali, li aveva quelli, solo perchè erano fighi, secondo lei.
La segui con lo sguardo tentando di capire dove andasse e perchè si volesse fare del male vestendosi cosi. Nemmeno il tempo di far ritorno con lo sguardo alla posizione originaria che...
“HEY FRATELLO” mi urlo nell'orecchio Piggy Heart.
Piggy era una cara amica di Serenity, e questo gia vi dovrebbe far capire il tipo, mi aveva sempre chiamato Fratello o Fratellone, benchè ci fossimo visti cinque volte al massimo in tutta la nostra vita, e la cosa mi dava sempre fastidio. Anche perchè era la prima volta che la rivedevo da oltre 10 mesi.
“hey come va?”
“bene e tu? Sai questo è il mio fratello” disse presentandomi ai suoi amici, che mi guardavano molto straniti, ma non riuscivo a capire se era perchè non capivano cosa o chi fossi, o perchè lo sapevano e non sapevano come comportarsi quindi preferivano agire sulla difensiva per cercare di essere alla mia altezza. Boh. Decisi di non farci caso.
“beh, allora che ci fate qui?” cercai di fare il gentile. “stiamo andando al Durex” un'altra frase che non volevo sentire. “al durex? Ah, capisco.”
“tu non vieni?”
“no. Io non vado piu lì. io...giro per altri locali”
“ahh capisco.” in realtà, non giravo per molti altri locali. Il Durex era un locale molto frequentato in quegli ultimi anni, era un party alternativo pomeridiano dove i ragazzi ci andavano per divertirsi senza paura della propia natura e della propia sessualità, fino a qui tutto bello. Solo che, la musica faceva letteralmente cagare, la gente ancora di piu, e lo staff non organizava mai qualcosa di speciale per movimentare gli eventi. Cosi che, io alla fine decisi di non frequentare certi posti, anche perchè l'intera scena notturna e di locali milanese non vedeva di buon occhio il posto, dato che giravano strane voci al riguardo, molte erano false, alcune vere e tutte molto molto spaventose.
“beh noi dobbiamo andare adesso. Ciao ciao!”
“ciao!” mentre se ne andavano, non potevo fare a meno di guardarli e pensare a quanto tempo avevo trascorso con loro in passato. E a quante scelte stupide facessi in fatto di moda e amicizie. Guardandoli da lontano allontanarsi, non potevo fare a meno di pensare a come ero felice dei cambiamenti fatti.
Trascorsi altri pochi 30 minuti minuti, arrivò la mia amica e la sua amica.
“oh halleluia!” dissi io.
“scusaci, stavamo mangiando e non ci siamo rese conto dell'ora.”
“ma va tranquille, non faccio mai caso ai ritardi io, anche perchè in primis sono io quello che arriva in ritardo”
selen indico la sua amica e disse “Julie, Oliver. Oliver, Julie”
“Piacere” dicemmo contemporaneamente.
“allora, dove si va?” chiesi.
“non saprei, hai fame?” chiese Selen.
“cazzo si!” “allora, andiamo a mangiare!”
ci dirigemmo al McDonald's appena fuori la stazione centrale, guardando i piccoli gruppi di gente che andava al durex e noi che gli ridavamo dietro. Arrivati davanti al Mc urlai “Yhea! Oggi si mangia cibo schifoso!” seguirono le risate di Selen e Julie. Entrammo nel Mc e io mi misi in fila per ordinare, con Selen e Julie al seguito. Selen, ve la introduco in breve, era una ragazza di 20 anni, della provincia di Milano, era una dark, amava quindi vestirsi di nero e truccarsi pesantemente, il suo idolo era Marylin Manson.
“allora che prendi?” mi chiese Selen.
“mhn...non saprei, non so mai cosa prendere al Mc!” poi mi rivolsi alla commessa “allora prendo..patatine grandi, coca cola grande e un big mac!”
“prende il menu grande?”
“il cosa?” mi sentivo un vero ignorante. E la commessa continuava “il menù grande?...si lo prendi.”
“..se lo dice lei!”
Preso il mio cibo, ci dirigemmo sotto, dove ci stavano i tavoli. Arrivato in fondo alle scale guardando per terra per non cadere, alzai lo sguardo: davanti a me stavano Denny Snob e i suoi amici e...Vanny.
“che succede?” mi disse guardandomi incuriosità Selen.
“c'è qui Denny e Vanny” le dissi sottovoce girandomi di colpo verso di lei.
“chi? Ahh. Ohh.”
“chi ci sta? “chiese ancora piu incuriosita Julie.
Selen le spiego la situazione “praticamente Danny è un tizio 'famoso' su netlog a Roma e che poco tempo fa, aveva preso un fotogramma della faccia di Oliver per metterla come foto sul suo profilo per prenderlo in giro, ovviamente non era un problema per Oliver, dato che comunque...lui fa sempre facciaccie strane! ...e Vanny? Chi è?”
sospirai “Vanny...” Vanny era l'ex fidanzato della mia ex migliore amica. Eravamo perciò diventati ottimi amici, era rimasto a dormire anche piu volte a casa mia e abbiamo pure dormito nello stesso letto insieme. Vanny, pero, un giorno mi disse che io in realtà non avevo amici e che tutti, ma proprio tutti, mi prendevano in giro per come vestito e per il mio stile e che quindi, secondo lui, in realtà non avessi amici. Ne segui una perfida discussione che fini con la fine della nostra amicizia e l'inizio della nostra guerra. C'era solo un problema, in quella guerra era coinvolto solo lui.
“bah sediamoci” dissi io.
Ci sedemmo e io iniziai a mangiare senza dare troppa importanza alla presenza di quei due deficenti.
Purtroppo loro l’avevano data a me..
“hey Livio!” mi disse con un tono molto allegro Vanny. Io d’altro canto girai la testa verso di lui lentamente con un sorriso che era piu falso di quello di Madonna quando vede Lady GaGa ad una premier.
“hei vanny” risposi senza troppa enfasi anch’io. Lui stava esattamente poco piu sopra di me, lo era perché stava poggiando sulle scale e noi ci eravamo messi proprio in parte alle scale, ammetto che non fu una mossa molto furba.
“Allora, come te la passi?” continuo Vanny, e io che mi chiedevo del perché la gente andasse al Durex. Chiaro, per lo stesso motivo per cui Vanny tentava di avere una conversazione con me: scemenza.
“me la passo meglio di te!” “meglio di me?” “si, esatto. Meglio di te” gli dissi con un sorriso veramente sincero.
Mentre Vanny rimurginava sulla mia risposta molto azzeccata, Denny dietro di lui, si stirava il ciuffo e poi se ne andava. Non ne capii il reale motivo, pensai solo che non avesse senso. Darmi fastidio per così tanto tempo e ora che aveva l’occasione di smerdarmi dal vivo, niente. lui se ne andava. Scemenza!
“ma hai i tacchi?” chiese molto, troppo curioso vanny.
“no…perché?”
“ho sentito, che a volte vai in giro coi tacchi”
“beh si e allora?”
“niente, ho sentito che ti hanno visto in Porta Nuova a Bergamo con dei tacchi rossi”
A quel punto iniziai davvero ad irritarmi.
“no. Prima di tutto, avevo dei tacchi a stivale argento, non rossi. La gente che ti avra informato sara daltonica, e comunque è successo, cosa ti interessa? E in oltre, quando è successo, io ero di ritorno da un after ed era sabato mattina ed erano le 9:00, sono passato in Porta Nuova per prendere il pulman e andare a casa facendo i minimi sforzi, prova tu a stare in giro per quasi 12 ore su dei tacchi da 12 cm. Bah, non capisco perché ti interessi tanto”
Quelle furono le utlime parole che probabilmente vanny volle ascoltare. Se ne uscii con un “e quindi staresti meglio di me?” forse voleva cercare una frase ad effetto, anche perché per la maggior parte del resto del tempo se ne resto zitto ad ammirarmi mentre mangiavo con le mie amiche. Dopo un po se ne andò, ma non gradii molto questa o le altre sue scenate.

Piu tardi, tanto sudore spremuto, soldi sparsi in giro e due birre dopo. “wow quel negozio Vintage era fenomenale Selen, dobbiamo tornarci!” dissi io. “contaci!” mi rispose lei.
“adesso dove andiamo?” propose l’amica di Selen.
“negozzi di trucchi?” propose Selen.
“si dai. “ dissi io e poi continuai “…hey Selen. Tu credi che io sia patetico?”
“che minchia dici?”
“ecco, vedi. Dopo la scenette di Vanny con oggi, è tutto il giorno che ci rimugino su e mi chiedo se non stia facendo solo la figura dell’idiota.”
“ma no. Smettila di farti queste paranoie mentali e goditi il pomeriggio. Dimentica quell’idiota, il vero idiota è lui.”
Le sorrisi “beh..grazie per avermi tirato su di morale”
“e di che? Gli amici servono a questo no?”
Le sorprese quel giorno non finirono, dopo essere stati da Kiko a cercare i trucchi e dopo che io avevo speso fino all’ultimo centesimo per comprarmi un lucidalabbra rosso fragola, che adoravo. Uscimmo dal negozio e mi truccai immediatamente col mio lucidalabbra
“allora? Come mi sta?”
“ti sta divinamente!” mi dissero le mie due amiche.
Sorrisi e non facemmo in tempo nemmeno a fare due passi che una signora ci chiese “scusate posso farvi una foto?”
noi rimanemmo un po  sorpresi, ma acconsentimmo a farci scattare una foto da una sconosciuta, dopo di lei, delle altre persone ci fecero la medesima domanda. Passata anche questa buffa esperienza, notai degli occhiali in stile Rain Ban in un’edicola li vicino al Duomo, erano tigrati. Splendidi. Dovevo averli.
“aspettate, voglio assolutamente quegli occhiali!” il tempo di cercare nel portafoglio e mi resi conto di aver finito gia tutti i soldi.

Qualche giorno dopo mentre stavo al pc ad annoiarmi, una certa persona mi scrisse su una chat.
“hey ciao”
“…ciao” risposi io molto titubante.
“come stai? Non ci sentiamo da molto tempo. Come mai stai su questo sito?”
I dubbi in me erano tanti, era Claude. Un tizio che era molto popolare su internet anni fa e che ora era un tizio qualsiasi, già un anno fa mi aveva contattato dicendo di voler fare sesso con me, alla fine mi diede buca.
“ma…così e tu?” io tentavo di fare il finto disinibito, tentavo di fare finta che fossimo vecchi amici che si risentiva, anche se non era così.
“sto bene. …” la conversazione continuò, non ricordo come, ma continuò. Parlammo del più e del meno e alla fine mi ricordo che la conversazione cadde sul fattore “ex comune”. Avevamo entrambi un ex in comune: Faffy. Faffy era un ragazzo carino e dolce, che non riusciva a catturare il mio interesse. Ci sono stato insieme per due settimane. Piu o meno fece lo stesso Claude, solo piu crudele: al primo appuntamento gli fece un pompino, Faffy a Claude.
Dopo aver ripercorso “il tunnel del divertimento dei ricordi passati” ed essere tornati ad argomenti piu moderni e veri, ci ritrovammo a scambiarci i rispettivi indirizzi email.
Scherzammo per qualche minuto su msn, iniziando piano piano ad immaginare un ipotetico giorno in cui io sarei andato a casa sua e nel quale giorno ci saremmo divertiti come matti come vecchi amici, la conversazione mantenne un tono realtà-fantasia ancora per poco, e da lì a poco ottenni un invito per il giorno appena seguente per andare a casa sua. Ma la realtà-fantasia non andò via, anzi, si sposto solo di qualche centimetro, andando sull’argomento successivo: sesso.
Io e claude non eravamo vergini di quel argomento, soprattutto tra noi due e ancora di piu in generale. Entrambi avevamo collezionato un bel numero di… uccelli? Fatto sta, che la cosa mi intrigava molto… e mi terrorizzava.

Il giorno successivo. Dopo mezz’ora di treno, due aspirine d’ansia e una per l’emicrania e dieci minuti di attesa come un baccalà alla stazione, mi stavo guardando attorno con i miei occhiali da sole, notando che la gente mi osservava, soprattutto due ragazzine dall’altra parte della stazione che mi guardavano con un fare sinistro e ridacchiavano tra di loro, scoprii in seguito che erano due mie cosidette “fans” e mi scrissero su face book la stessa sera.
Squillo del telefono. “si?” risposi io.
“mi vedi? Sono sulla macchina grigia” mi disse Claude al telefono.
“macchina grigia?” mi guardai attorno e poi lo vidi. Andai verso di lui, sicuro di me stesso, imprevido e totalmente spaventato, chiedendomi che cosa ne avrei ricavato da quell’incontro.
“ma allora? Ciao!” dissi io entrando in macchina
“wee ciao” mi rispose solarmente lui.

Il giorno successivo. Dopo mezz’ora di treno, due aspirine d’ansia e una per l’emicrania e dieci minuti di attesa come un baccalà alla stazione, mi stavo guardando attorno con i miei occhiali da sole, notando che la gente mi osservava, soprattutto due ragazzine dall’altra parte della stazione che mi guardavano con un fare sinistro e ridacchiavano tra di loro, scoprii in seguito che erano due mie cosidette “fans” e mi scrissero su face book la stessa sera.
Squillo del telefono. “si?” risposi io.
“mi vedi? Sono sulla macchina grigia” mi disse Claude al telefono.
“macchina grigia?” mi guardai attorno e poi lo vidi. Andai verso di lui, sicuro di me stesso, imprevido e totalmente spaventato, chiedendomi che cosa ne avrei ricavato da quell’incontro.
“ma allora? Ciao!” dissi io entrando in macchina
“wee ciao” mi rispose solarmente lui.
“certo che dirmi ‘sono sulla macchina grigia’ è un po’ vago non credi?”
“ahah beh si. In effetti un po’ lo è”
Girò la macchina e ci dirigemmo verso casa sua.
“oddio” dissi io per rompere il ghiaccio, è tipico di me. Per rompere il ghiaccio dico di tutto, ma proprio tutto.
“… qui è dove sono passato col parassita” il parassita era un ragazzo un po’ conosciuto nella zona Milano – Bergamo, che tutti odiavano, o quasi o ( meglio ) non ancora. Il sopranome derivava certamente dalla sua altezza e… dal suo odiosissimo modo di fare: stupido, da bambino e totalmente antipatico. Usai l’argomento parassita varie volte in quel giorno con lui, per sciogliere il ghiaccio chiaramente.
“ahah oddio quel coso…”
“wow, ma questo è il nuovo album di Madonna? ‘Sticky & Sweety Tour’?”
“si, me lo ha regalato mia madre per il compleanno”
“è splendido.”
“gia, la adoro”
“lo so che l’adori”
“ah si?”
“beh sai, per ‘certe’ cose su ‘certe’ persone ho una buona inusuale memoria”
Si limito ad un sorriso leggere con una piccola risatina. Non capivo se capiva il mio gioco. Io, Claude, lo ammiravo da vari anni, a dire il vero lo odiavo nel profondo e non molto spesso in segreto, anzi. Le litigate con lui, gli sguardi ignorati, le occhiatacce, non erano di certo un ricordo lontano, eppure… lui mi piaceva. Mi piaceva davvero. E io piacevo a lui.
Lui era lì, e io gli ero accanto. Perché? Era forse un segno del destino? O era semplicemente uno stupido gioco sinistro di questo odioso gioco chiamato destino?
Le domande mi assalivano e più mi assalivano più impazzivo e più non sapevo cosa dire!
Poco dopo arrivammo a casa sua. Mi spiegò quello che gli spiegò mia madre sulla zona. Mia madre era originaria di quelle zone e lì tutt’attorno vivevano alcuni nostri parenti.
Salimmo in casa sua, Scherzando come vecchi amici. Avevo dei dubbi. Ero molto intimidito. Non sapevo bene che dire, eppure qualcosa ricordo che dicevo. Parlammo delle solite cose di cui parlano due finti vecchi amici che fingono di essere amici e di avere molte cose in comune quando prima invece l’unica cosa per cui si calcolavano era un comune “vaffanculeggio” a vicenda. Ovvio!
Ci mettemmo a guardare la tv, ridendo dietro a tutti quelli che vedevamo in tv. E dichiarando il nostro condiviso disprezzo per la società di oggi. Mi chiedevo: com’è possibile che due persone che sono così affini e hanno così tante cose in comune e vanno così d’accordo, possano essere state nemiche per così tanto tempo? Boh.
Forse le persone a volte si stanno sulle balle, punto e basta. E poi se provano veramente a parlare, sono i migliori amici dell’universo. Le relazioni fra persone sono tutto un caso? Sono programmate? Cerchiamo di programmare il nostro fortuna con una persona, ma va veramente a finire come ci avevamo programmato prima di conoscerla veramente? E soprattutto, quando iniziamo veramente a conoscere una persona?
La prima impressione forse deve essere cancellata dai dizionari o da qualsiasi altro registro di parole, perché se tutte ste seconde, terze, quarte volte sono vere, e lo sono, allora la prima e forse anche la seconda impressione di una persona sono inutili e bisogna volarci sopra.
Che casino. Magari qualcuno di voi può pensare: ora va a finire che litigano.
… diciamo che è successo qualcosa di analogo…
“che stanchezza, ti va di farmi un massaggio?” mi propose lui.
“un massaggio?” risposi io allibito.
“si” netto.
“ehm…va bene. Ma guarda che non ho la minima idea di come si faccia!”
“…fa niente!”
Okay, i miei dubbi erano in tilt! Avevamo parlato di sesso effettivamente i giorni precedenti, ma era per scherzare. Mhn…
“ora lo faccio io a te” disse lui.
“okay” dissi nettamente io, non amo farmi fare massaggi, ma farmelo fare era meglio di farlo. Sono impedito in ste cose!
“mhn….pero…mica male!” dissi io. Lui mi stava sopra a cavalconi, e io sotto.
A quel punto mi parve abbastanza chiaro dove volesse andare a parare. D’altra parte. Cosa devono fare due poveri piccioni con una fava?
“lo soffri il solletico?” mi chiese mentre mi stava gia facendo il solletico.
“oddio si!” mi misi a ridere per il solletico e tentai di farlo a lui. Mettendolo K.O.
Il massaggio divenne una specie di lotta al solletico.
Scappò in camera da letto.
“dove scappi?!” lo insegui.
La stanza era piena di nostre risate, essendosi appena trasferito in quella piccola casa, era chiaro che non potevano esserci molte cose.
Iniziammo a fare la lotta, povero. Lui era molto magro e per questo non aveva un muscolo quasi, lo stendevo come niente e finiva subito il divertimento. All’inizio lo lasciai tenermi testa, ma poi lo prendevo, e lo rimettevo K.O. e finiva il divertimento.
Così dopo 10 minuti di tira e molla a giocare/provarci sessualmente... presi l’iniziativa!
Avevamo parlato si di sesso, ma lui doveva stare sopra. Alla fine ci stetti io.
Lo baciai. Ci baciammo! E fù tutto un fuoco. L’aria condizionata non serviva a fermare il nostro calore.
Passammo quasi tutto il pomeriggio a farlo, con io sopra naturalmente.
Mi disse che ero molto bravo e che lui di solito durava tanto, ma io lo facevo venire quasi subito.
Per fortuna nessuno dei due venne subito, anzi. Facemmo anche una pausa nel mezzo, per la cena.
Scherzavamo come cari amici e fidanzatini affezionati. Mi chiesi: se con lui sto così bene, la pensiamo uguale su molte cose, fra cui le relazioni e la vita sessuale, e facciamo anche del sesso fantastico, potrebbe essere un compagno potenzionale? Invece di un finto vecchio amico con cui fare del sesso occasionale?
Fu uno dei pomeriggi più belli e più strani che abbia mai vissuto. Non ci mettemmo insieme. Ma ci tenemmo comunque in contatto. Tutt’ora ci sentiamo spesso, come amici.
A sera me ne tornai a casa, dopo aver passato una bella giornata. E dopo aver programmato altre giornate simili, che pero non si manifestarono mai, per l’avvenimento di certe circostanze che hanno cambiato totalmente la situazione, sia da parte mia che sua, ma siamo rimasti amici in contatto.
E dopo tutto questo, posso solo dire: che non ho più idea di cosa mi possa riservare il futuro, né con qualcuno, né con qualche situazione o altro ancora.
A volte le persone tornano e basta, in qualsiasi circostanza, che sia la stessa o che sia una totalmente diversa. Certo è, che è bello sapere che certa gente non ti abbandonerà mai nemmeno se si vuole, anche se questo non vale per tutti.

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